Domini della disabilità secondo l’ISTAT

Interessante notare alcuni numeri riportati dai dati ISTAT del 2019 inerenti al tema della disabilità. Per citarne alcuni ci basta sapere che nel nostro paese, a causa di problemi di salute, soffrono di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali sono circa 3 milioni e 100 mila (il 5,2% della popolazione).  Gli anziani sono i più colpiti: quasi 1 milione e mezzo di ultra settantacinquenni (cioè più del 20% della popolazione in quella fascia di età) si trovano in condizione di disabilità e 990.000 di essi sono donne. Ne segue che le persone con limitazioni gravi hanno un’età media molto più elevata di quella del resto della popolazione: 67,5 contro 39,3 anni. Il 26,9% di esse vive sola, il 26,2% con il coniuge, il 17,3% con il coniuge e i figli, il 7,4% con i figli e senza coniuge, circa il 10% con uno o entrambi i genitori, il restante 12% circa vive in altre tipologie di nucleo familiare. La “geografia della disabilità” vede al primo posto le Isole, con un’incidenza del 6,3%, contro il 4,8% (il valore più basso) del Nord. Le Regioni nelle quali il fenomeno è più diffuso sono l’Umbria e la Sardegna (rispettivamente, l’8,7% e il 7,3% della popolazione). Veneto, Lombardia e Valle d’Aosta sono, invece, le Regioni con l’incidenza più bassa: il 4,4%.

Sessualità: dominio o fattore marginale per la salute e il benessere?

Nel manuale a cui è stato dedicato il tema della disabilità ci sorprende e allo stesso tempo ci colpisce il fatto che tra i domini che l’ISTAT riprende dall’ICF ( Internation Classification of Functioning, Disability and Health ) quali salute, autonomia, qualità della vita, istruzione, lavoro, relazioni interpersonali, partecipazione sociale , soddisfazione per la vita quotidiana, famiglia e sistemi di welfare, non si trovi spazio per il tema della sessualità. Come l’identità sociale dell’individuo si modella a partire dalla partecipazione alla comunità, così l’identità sessuale si plasma dalla scoperta del proprio corpo come sessuato e generatore di piacere per sé e per gli altri. Come l’occupazione e l’istruzione sono importanti per migliorare la qualità della vita del soggetto con disabilità e a sua volta migliorarne lo stato di benessere, come può la sessualità essere esclusa da tutto ciò?

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